15.3.06

Cinque e cinque


Lo so, è una bestemmia dietetica. Schiacciata (ovvero focaccia salata), aperta a panino e farcita con due fette di torta di ceci (a Livorno semplicemente torta, a Viareggio cecina con l'accento sulla i, a Genova farinata e chi conosce altri nomi me li dica). Mi ci sono voluti anni per superare il blocco psicologico che mi scattava di fronte a questa apoteosi del carboidrato. Ma come, un panino ripieno di ceci? Perché il cinque e cinque (forse cinque centesimi di pane e cinque di torta?) si fa anche con il pan francese al posto della schiacciata di cui in fondo è parente. Dubito che abbia a che fare qualcosa con la Francia. In forma di filino o panino, è bianco e ha una profonda incisione verticale che ha dei lembi un po' umidini e brilla di sale. E un chilometro fuori da Livorno non sanno nemmeno cos'è. Sorvolo sulle guerre di campanile, anche se è Viareggio che interpreta al meglio la filosofia della cecina: non troppo bassa, quasi cremosa all'interno, ricoperta da una crosticina croccante e niente "cornicione". Chi prova a farla a casa fa un buco nell'acqua. Niente da fare, la migliore si cuoce nei testi di rame e nel forno a legna. Si mangia bollente, spruzzata di pepe, nuda così com'è o nel cinque e cinque. Un panino ripieno di ceci? Siiiiiiiii.

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