1.3.06

Di ritorno da Dublino


Eccoci qua. Tre giorni, anzi due e mezzo, a Dublino con un volo della RyanAir pagato 1 centesimo a tratta. Buono il viaggio, orari perfetti. Dublino (erano passa dieci anni che non ci mettevo piede) ha fatto passi da gigante. Anche nei prezzi. By the way, il Trinity College è sempre lì. Molly Malone idem, così come gli scrittori, i portoni colorati, la Guinness, il fiume Liffey, i locali di Temple Bar. Quanto al cibo, gli scones (dolci e salati) sono sempre ottimi, il soda bread anche. Le patatone cotte nella stagnola chissà come sono sparite dai pub (dove è vietatissimo fumare così come in qualsiasi altro locale pubblico). Si ripiega sugli Irish stew (lo stufato, a volte cotto con la Guinness) e il seafood (dal classico fish and chips ai frutti di mare). Non siamo riusciti ad andare nel ristorante di Kevin Thornton, in St. Stephen Green, ma abbiamo provato il 101 Talbot, in Talbot Street. Niente di che. Un buon vegetariano, economico e sempre affollato, è Cornucopia, dalla parti di Grafton. Buoni formaggi da Sheridan, in South Anne street (traversa di Grafton) e cose buone (anche organiche) da Avoca, in Suffolk street. Sempre pittoresco il mercatino di Moore street, al di là della Liffey, a nord. Una puntata al villaggio di Howth, con relativo faro, ci ha fatto conoscere la Abbey Tavern. Insomma, dal punto di vista gastronomico, a parte il buon salmone, niente di sconvolgente da segnalare.

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